Post by antoniovigilante1. La situazione lavorativa alla Feltrinelli non è diversa da quella di
altri luoghi della grande distribuzione, compresi, per dire, gli
ipermercati Coop.
"Per dire?"
No, è diversa. Ha una sua specificità.
Non tirare a indovinare.
Per fortuna il silenzio sul tema non è stato plenario, dovrebbe essere
possibile ritrovare qualche articolo.
Post by antoniovigilante2. La situazione riguarda la distribuzione, non le scelte editoriali.
"Distribuzione"?
Mi pare di capire che questa occorrenza vada decifrata sulla base
dell'espressione "grande distribuzione" nel periodo precedente. Cioè vendita
al pubblico. Strano uso della parola.
Il termine, nel circuito librario, ha tutto un altro senso. Che non c'entra
nulla con quanto si può rimproverare alla Feltrinelli (si potrebbe parlare
anche della strategia più recente della stessa nel settore specifico, con
l'acquisizione di Pde, ma lasciamo stare; non è questo che danneggia più
clamorosamente i dipendenti, i lettori magari sì, le piccole librerie e case
editrici di sicuro).
Post by antoniovigilante3. E' possibile acquistare libri Feltrinelli nella piccola libreria.
Il che non cambia nulla, come mi vai ricordando. Seguo la linea di pensiero
che rivendichi con decisione.
Post by antoniovigilante4. Quando i proprietari di Feltrinelli andranno al governo e cercheranno
di imporre al paese le logiche aziendali che impongono ai loro dipendenti,
sarà bene cercare un modo per boicottarli.
In altre parole: l'etica dei principi conta solo finché si tratta del potere
nel senso più scontato del termine, ufficiale. I principi non contano più se
il precariato lo sfrutta un editore con millantata immagine progressista.
Chissà se per caso ci legge qualcuno che lavora da Feltrinelli. Sarà
soddisfatto nel venire a sapere che è fuori del paese, che quello che si
esercita su di lui non è un abuso di potere. Perché la Feltrinelli non ha
potere, è palese, e quel lavoratore non esiste.
Post by antoniovigilanteI lavoratori della Feltrinelli possono difendere i propri diritti con i
sindacati e gli scioperi, esattamente come faccio io.
In altre parole: chissenefrega dei problemi degli altri.
Oh, non c'è dubbio che ognuno debba combattere le proprie, di battaglie.
Visto e considerato che un comune denominatore, nei problemi del lavoro in
Italia, esiste comunque, pare singolare questa uscita da parte di chi
rivendichi pomposamente l'etica dei principi.
Post by antoniovigilanteRidicolo, infantilismo. Questo è un pessimo modo di discutere.
Non vedo come si potrebbe discutere senza contrapporre visioni diverse di un
fenomeno o di un problema.
Nella contrapposizione è fatale rilevare i limiti della visione da cui si
dissente, a cui ci si contrappone.
Post by antoniovigilanteLa sparizione di una buona edizione di Guerra e pace dal catalogo mi
sembra cosa meno grave della sparizione della nostra democrazia.
La sparizione dei classici dai cataloghi delle case editrici è l'altra
faccia del degrado civile. E' questa la vera riduzione degli spazi di
libertà di pensiero, altroché.
Post by antoniovigilanteMi rendo conto che l'efficacia reale può essere molto limitata,
Meno male.
Post by antoniovigilantema in certe cose preferisco seguire l'etica dei principi.
Quella che tu interpreti come etica dei principi, scusa.
Post by antoniovigilantePer sentirmi dire che sono infantile e ridicolo?
Nel contesto di tutto il mio discorso ho definito infantile e ridicolo un
modo di pensare. Ne hai avuto uno soltanto, in tutta la tua vita? Non ci
credo.
Post by antoniovigilanteE' da un po' che ho smesso di discutere con il padreterno.
Propendi per l'identificazione? Non sono stato io a tirare in ballo i
massimi sistemi, a dire "i libri io li scrivo". Beh, io li leggo, e questo è
tutto.
Non è soltanto una questione di gusto, anzi, ma lasciamo stare.
Post by antoniovigilantePost by Shapiro used clothesLa qualità è piuttosto bassa. Il suo antiberlusconismo, visto che non
vive e opera in Italia, mi pare francamente una formula ridicola.
A ridaglie.
Beh, sì. Saramago vive in Italia? Si è impegnato in qualche modo per la
cultura e la società italiane? O si limita a chiacchierare, e a riscuotere
diritti?
Post by antoniovigilanteLe altre opere continuano a pubblicarle in virtù di contratti sottoscritti
prima dell'incidente berlusconiano.
No. Quello che tu chiami "incidente berlusconiano" dura da un bel po', e
Saramago è autore prolifico, direi fluviale. Se avesse voluto ridiscutere
qualcosa, avrebbe potuto farlo tante e tante volte. L'ultimo titolo è di
quest'anno.
Oh, probabilmente accetta l'umiliante situazione (prendere soldi da un
editore con siffatta proprietà) perché garantisce un certo tipo di qualità.
Segue gli autori, li fa tradurre bene, fa libri che sono oggetti fisici
pregevoli, comodi, maneggevoli (qualità che indiscutibilmente i libri
Einaudi hanno). Può essere. Guarda caso, è quel che dicevo io, senza farne
questioni di principio.
Post by antoniovigilanteBisognerà vedere il prossimo.
Vedremo.
Post by antoniovigilanteVedo che non hai capito molto.
No, è vero. Inoltre serpeggia il dubbio che non ci sia nulla da capire, in
realtà.
Post by antoniovigilanteNon comprare un bene perché proviene da una catena di sfruttamento, o
perché il capo delll'azienda che lo produce è anche il capo di un governo
di corrotti e di corruttori,
Continuo a non capire che rapporto di necessità ci sia fra il boicottaggio
di una collana di tascabili e le dimissioni di un presidente del Consiglio
sgradito anche a me. Se i tascabili Einaudi non vendono più, è capace di
sopprimerli. Non credo che dalla disperazione si dimetterà. O perderà il
sostegno parlamentare.
Post by antoniovigilantevuol dire esattamente rifiutarsi di considerarlo come semplice merce. Se un
libro o un paio di scarpe da ginnastica sono solo merce, allota tanto vale
comprare quello che assicura il miglior rapporto qualità/prezzo, senza
alcuna altra considerazione.
La mia frase sul concetto di merce comprendeva anche un accenno a quella che
ho definito "vulgata bocconiana". Mi illudevo fosse chiaro a cosa mi
riferivo. Mi riferivo al fatto che nella circolazione di un libro non esiste
solo lo scambio economico. Un libro letto e meditato non è un feticcio,
fosse il testo apparentemente più inoffensivo per il potere; dove entra in
gioco l'immaginazione di inoffensivo per il potere non c'è nulla, in realtà.
Certo, c'è da fare un discorso anche sulla qualità della lettura. Sul modo
in cui si impara a *leggere*. Sul ruolo delle istituzioni e, perché no, dei
librai, per poco che contino. Una figura professionale che sta sparendo, e
la colpa non è tutta di Berluska. Peccato, eh?
Post by antoniovigilanteLa Cult è un'azienda di scarpe italiane che usa il marchio made in Italy
ma produce in Cina. Se gli acquirenti delle Cult decidessero di acquistare
altre scarpe, ad esempio prodotte interamente in Italia con rispetto dei
diritti sindacali minimi, il meccanismo della delocalizzazione dovrebbe,
almeno per quell'azienda, essere ridiscusso.
Nel mercato globale? Fai sul serio?
Post by antoniovigilanteIl che vorrebbe dire meno disoccupazione nel settorie dell'abbiglimento in
Italia, ed una diversa politica salariale in Cina.
Sì, come no.
Stai facendo un paragone con il boicottaggio di Einaudi? Fai sul serio?
Post by antoniovigilanteNon leggo il resto. Sono le sette, ed io ho da lavorare.
Bravo.
dR